Riflessioni, pensieri e, perchè no, anche un pò di campagna elettorale di una donna che ha accettato la sfida del cambiamento - Elvira Santaniello candidata al Consiglio Comunale di San Giorgio del Sannio per la Lista Civica Nuova San Giorgio
sabato 30 aprile 2011
venerdì 29 aprile 2011
giovedì 28 aprile 2011
Chissà se dopo Piazza Tahrir a Il Cairo, dopo Misurata, non ci sia anche San Giorgio del Sannio!!!
Siamo già a metà della campagna elettorale relativa al rinnovo del Consiglio Comunale di San Giorgio del Sannio.
A voler tracciare un bilancio di medio termine, sono davanti agli occhi di tutti alcuni spunti di riflessione molto interessanti.
Il primo: durante queste prime settimane, i candidati, tutti, hanno mantenuto un basso profilo, senza confronti diretti, senza esporsi troppo, alcuni senza nemmeno farsi vedere per le strade nei giorni di Pasqua, ma con un profondo lavorio nel sottobosco sangiorgese, con incontri quasi carbonari nelle case e nei quartieri periferici
Il secondo, non meno importante del primo: per ottenere e/o confermare il consenso, si continuano ad utilizzare metodologie ai limiti della liceità, che minano la libertà dei cittadini nell’espressione del proprio diritto di voto.
Parlando con gli elettori e le elettrici, infatti, incontrandoli per strada, al mercato, a passeggio con figli o i nipoti sul Viale, e comunque sempre alla luce del sole, ho potuto verificare io stessa quelle che sono le considerazioni più diffuse da parte della gente comune riguardo alla ricerca del consenso.
Le frasi che ho sentito più spesso in questi giorni sono state:
-“sono venuti dei signori a casa e mi hanno ricordato il favore che mi fecero quando presi la pensione”
-“quei signori che sono venuti a casa si sono offerti di darmi una mano per qualunque pratica amministrativa o per qualunque mia necessità”
-“io mica voglio avere problemi con i ticket sanitari o con la pensione! Allora devo votare quel candidato là!”
-“sono venuti dei signori a casa e mi hanno detto che se aumenta la TARSU vedranno di tenermela più bassa”
-“quei signori che sono venuti a trovarmi mi hanno promesso generi di prima necessità e aiuti economici”
-“i miei genitori si sono già impegnati con quel candidato perché si è offerto di aiutarmi a trovare lavoro
-etc etc etc
Ebbene sì, il vecchio andazzo di una politica che ha come pratiche normali il ricatto, la coercizione, la menzogna, la finta attenzione ai problemi dei cittadini e le promesse di non so quali paradisi è dolorosamente imperante e trova fertile terreno in una comunità che per decenni ha subito i danni di una amministrazione assolutamente disattenta ai reali bisogni del paese ma attenta, invece, alla creazione di clientelismi, familismi, nepotismi totalmente e assolutamente funzionali alla conservazione del consenso elettorale.
In questo tipo di campagna elettorale, ahimè, non ho visto né incontrato alcuno che spiegasse agli elettori il programma che si intende realizzare nell’interesse della comunità, alcuno che avvicinasse gli elettori con il rispetto dovuto a chi ti fa entrare nella propria casa, alcuno che rinunciasse ad evadere il rispetto delle leggi per fare propaganda elettorale come se si fosse candidato alla Presidenza della Repubblica o della Banca Mondiale se non addirittura all’ONU!
In questa campagna elettorale non c’è alcuno che si cali realmente nella realtà del nostro “paese”, un paese dove è sicuramente più importante parlare della villa comunale ad uso e consumo dei bambini e delle famiglie anziché studiare le scappatoie burocratiche che permettano di non abbattere il mostro costruito presso l’area fiera, quel mostro che qualcuno va perfino dicendo che sarà annesso al patrimonio comunale destinandolo a non meglio specificate attività per la comunità!
In questa campagna elettorale non c’è alcuno che, pur di raggiungere il risultato, rinunci a farsi accompagnare nelle “visite” ai cittadini dal potentato di turno che si chiami Mario Pepe o in altro modo, non c’è alcuno che non si faccia precedere da telefonate fatte da ogni livello di rappresentatività.
Per quanto mi riguarda, sia come persona sia come responsabile di Rete Rose Rosse Campania, nel dichiararmi totalmente contraria nonché estranea a questo tipo di “pratiche”, intendo fare una ulteriore e significativa considerazione: un aspetto che, probabilmente, è sfuggito e sfugge ancora, a chi dei familismi e delle pressioni sui cittadini ha fatto un suo cavallo di battaglia è l’utilizzo di Internet nella comunicazione e nella comunicazione elettorale in particolar modo.
Internet, e i social network nello specifico, infatti, stanno segnando una profonda discontinuità tra questa campagna elettorale e la precedente: attraverso la Rete i giovani, e anche i giovani sangiorgesi, stanno facendo un importante lavoro contro l’omologazione culturale e politica, contro la sclerotizzazione delle loro personalità, stanno facendo gruppo, creando simpatia ed empatia tra di loro e assieme a chi comunica con loro attraverso questo fantastico mezzo. In questo modo si sta recuperando un discorso di educazione al pensiero critico e alla libertà reale, si sta recuperando la capacità di autodeterminarsi e di ciò sono testimonianze concrete le grandi manifestazioni in Belgio prima e le rivoluzioni nei paesi nordafricani pianificate via Twitter e via Facebook e documentate coi video sui telefonini.
Chissà se dopo Piazza Tahrir a Il Cairo, dopo Misurata, ni ci sia anche San Giorgio del Sannio che vuole e può diventare un paese a misura d’uomo e non a misura di feudatario!!!
Sono certa che i giovani e le ragazze di questa nostra comunità non perderanno la ghiotta occasione elettorale per cominciare a decidere da soli del loro futuro!
A voler tracciare un bilancio di medio termine, sono davanti agli occhi di tutti alcuni spunti di riflessione molto interessanti.
Il primo: durante queste prime settimane, i candidati, tutti, hanno mantenuto un basso profilo, senza confronti diretti, senza esporsi troppo, alcuni senza nemmeno farsi vedere per le strade nei giorni di Pasqua, ma con un profondo lavorio nel sottobosco sangiorgese, con incontri quasi carbonari nelle case e nei quartieri periferici
Il secondo, non meno importante del primo: per ottenere e/o confermare il consenso, si continuano ad utilizzare metodologie ai limiti della liceità, che minano la libertà dei cittadini nell’espressione del proprio diritto di voto.
Parlando con gli elettori e le elettrici, infatti, incontrandoli per strada, al mercato, a passeggio con figli o i nipoti sul Viale, e comunque sempre alla luce del sole, ho potuto verificare io stessa quelle che sono le considerazioni più diffuse da parte della gente comune riguardo alla ricerca del consenso.
Le frasi che ho sentito più spesso in questi giorni sono state:
-“sono venuti dei signori a casa e mi hanno ricordato il favore che mi fecero quando presi la pensione”
-“quei signori che sono venuti a casa si sono offerti di darmi una mano per qualunque pratica amministrativa o per qualunque mia necessità”
-“io mica voglio avere problemi con i ticket sanitari o con la pensione! Allora devo votare quel candidato là!”
-“sono venuti dei signori a casa e mi hanno detto che se aumenta la TARSU vedranno di tenermela più bassa”
-“quei signori che sono venuti a trovarmi mi hanno promesso generi di prima necessità e aiuti economici”
-“i miei genitori si sono già impegnati con quel candidato perché si è offerto di aiutarmi a trovare lavoro
-etc etc etc
Ebbene sì, il vecchio andazzo di una politica che ha come pratiche normali il ricatto, la coercizione, la menzogna, la finta attenzione ai problemi dei cittadini e le promesse di non so quali paradisi è dolorosamente imperante e trova fertile terreno in una comunità che per decenni ha subito i danni di una amministrazione assolutamente disattenta ai reali bisogni del paese ma attenta, invece, alla creazione di clientelismi, familismi, nepotismi totalmente e assolutamente funzionali alla conservazione del consenso elettorale.
In questo tipo di campagna elettorale, ahimè, non ho visto né incontrato alcuno che spiegasse agli elettori il programma che si intende realizzare nell’interesse della comunità, alcuno che avvicinasse gli elettori con il rispetto dovuto a chi ti fa entrare nella propria casa, alcuno che rinunciasse ad evadere il rispetto delle leggi per fare propaganda elettorale come se si fosse candidato alla Presidenza della Repubblica o della Banca Mondiale se non addirittura all’ONU!
In questa campagna elettorale non c’è alcuno che si cali realmente nella realtà del nostro “paese”, un paese dove è sicuramente più importante parlare della villa comunale ad uso e consumo dei bambini e delle famiglie anziché studiare le scappatoie burocratiche che permettano di non abbattere il mostro costruito presso l’area fiera, quel mostro che qualcuno va perfino dicendo che sarà annesso al patrimonio comunale destinandolo a non meglio specificate attività per la comunità!
In questa campagna elettorale non c’è alcuno che, pur di raggiungere il risultato, rinunci a farsi accompagnare nelle “visite” ai cittadini dal potentato di turno che si chiami Mario Pepe o in altro modo, non c’è alcuno che non si faccia precedere da telefonate fatte da ogni livello di rappresentatività.
Per quanto mi riguarda, sia come persona sia come responsabile di Rete Rose Rosse Campania, nel dichiararmi totalmente contraria nonché estranea a questo tipo di “pratiche”, intendo fare una ulteriore e significativa considerazione: un aspetto che, probabilmente, è sfuggito e sfugge ancora, a chi dei familismi e delle pressioni sui cittadini ha fatto un suo cavallo di battaglia è l’utilizzo di Internet nella comunicazione e nella comunicazione elettorale in particolar modo.
Internet, e i social network nello specifico, infatti, stanno segnando una profonda discontinuità tra questa campagna elettorale e la precedente: attraverso la Rete i giovani, e anche i giovani sangiorgesi, stanno facendo un importante lavoro contro l’omologazione culturale e politica, contro la sclerotizzazione delle loro personalità, stanno facendo gruppo, creando simpatia ed empatia tra di loro e assieme a chi comunica con loro attraverso questo fantastico mezzo. In questo modo si sta recuperando un discorso di educazione al pensiero critico e alla libertà reale, si sta recuperando la capacità di autodeterminarsi e di ciò sono testimonianze concrete le grandi manifestazioni in Belgio prima e le rivoluzioni nei paesi nordafricani pianificate via Twitter e via Facebook e documentate coi video sui telefonini.
Chissà se dopo Piazza Tahrir a Il Cairo, dopo Misurata, ni ci sia anche San Giorgio del Sannio che vuole e può diventare un paese a misura d’uomo e non a misura di feudatario!!!
Sono certa che i giovani e le ragazze di questa nostra comunità non perderanno la ghiotta occasione elettorale per cominciare a decidere da soli del loro futuro!
martedì 26 aprile 2011
Parliamo finalmente delle risorse cui attingere per realizzare concretamente il cambiamento di San Giorgio del Sannio
Cari amici e concittadini,
a chi vi dice che intercettare i fondi europei per lo sviluppo dei territori è molto difficile se non impossibile, potete senza dubbio rispondere che è una grande baggianata!!!
Basta fare le cose per bene in fase di progettazione ed è possibile rinvenire, attraverso i Fondi Europei, le risorse necessarie per lo sviluppo del nostro territorio.
Il programma elettorale di Nuova San Giorgio è per larga parte dedicato alla qualità della vita e alla riqualificazione del substrato economico, sociale, culturale di San Giorgio del Sannio.
Per rendere concreti questi temi esiste uno specifico asse all'interno del POR Campania FESR 2007-2013 (Piano Operativo Regionale - Fondi Europei di Sviluppo Regionale, l'Asse 6 (Sviluppo urbano e qualità della vita) che si pone come obietivo specifico quello della RIGENERAZIONE URBANA E QUALITA’ DELLA VITA ovvero si propone di Sviluppare il sistema policentrico delle città, attraverso piani integrati di sviluppo finalizzati ad aumentare la coesione sociale ed innalzare il livello di qualità della vita, la competitività e l’attrattività dei sistemi urbani territoriali
Uno degli Obiettivi Operativi dell'Asse 6 è
Realizzare piani integrati di sviluppo urbano per migliorare le funzioni urbane
superiori e assicurare condizioni di sviluppo sostenibile, sociale ed economico,
delle città medie
attraverso attività quali:
a. Piani integrati di sviluppo urbano nelle città medie atti a rimuovere particolari criticità,quali il degrado ambientale, elevati tassi di disoccupazione, livello di criminalità, ecc.),in cui, come attività qualificanti, si potranno prevedere azioni di:
- riqualificazione ambientale, rigenerazione economica e sociale;
- riorganizzazione e valorizzazione degli spazi urbani sottoutilizzati o non utilizzati per la realizzazione di Parchi urbani, Centri commerciali naturali, Laboratori artigianali, Aree espositive e per attività di aggregazione;
- potenziamento di sistemi di mobilità locale;
- diffusione della legalità e la sicurezza.
E questa è solo una delle possibilità offerte dal POR Campania FESR 2007-2013 : altre riguardano la Sostenibilità ambientale ed attrattività culturale e turistica (Asse 4), l'Energia (Asse 3), la Società dell'Informazione (Asse 5).
Spetta ora a voi cittadini offrirci la possibilità di lavorare su questi temi e dare vita ad una fase progettuale all'altezza degli obiettivi che ci poniamo.
Per questo è necessario VOTARE NUOVA SAN GIORGIO e SCRIVERE ELVIRA SANTANIELLO!
a chi vi dice che intercettare i fondi europei per lo sviluppo dei territori è molto difficile se non impossibile, potete senza dubbio rispondere che è una grande baggianata!!!
Basta fare le cose per bene in fase di progettazione ed è possibile rinvenire, attraverso i Fondi Europei, le risorse necessarie per lo sviluppo del nostro territorio.
Il programma elettorale di Nuova San Giorgio è per larga parte dedicato alla qualità della vita e alla riqualificazione del substrato economico, sociale, culturale di San Giorgio del Sannio.
Per rendere concreti questi temi esiste uno specifico asse all'interno del POR Campania FESR 2007-2013 (Piano Operativo Regionale - Fondi Europei di Sviluppo Regionale, l'Asse 6 (Sviluppo urbano e qualità della vita) che si pone come obietivo specifico quello della RIGENERAZIONE URBANA E QUALITA’ DELLA VITA ovvero si propone di Sviluppare il sistema policentrico delle città, attraverso piani integrati di sviluppo finalizzati ad aumentare la coesione sociale ed innalzare il livello di qualità della vita, la competitività e l’attrattività dei sistemi urbani territoriali
Uno degli Obiettivi Operativi dell'Asse 6 è
Realizzare piani integrati di sviluppo urbano per migliorare le funzioni urbane
superiori e assicurare condizioni di sviluppo sostenibile, sociale ed economico,
delle città medie
attraverso attività quali:
a. Piani integrati di sviluppo urbano nelle città medie atti a rimuovere particolari criticità,quali il degrado ambientale, elevati tassi di disoccupazione, livello di criminalità, ecc.),in cui, come attività qualificanti, si potranno prevedere azioni di:
- riqualificazione ambientale, rigenerazione economica e sociale;
- riorganizzazione e valorizzazione degli spazi urbani sottoutilizzati o non utilizzati per la realizzazione di Parchi urbani, Centri commerciali naturali, Laboratori artigianali, Aree espositive e per attività di aggregazione;
- potenziamento di sistemi di mobilità locale;
- diffusione della legalità e la sicurezza.
E questa è solo una delle possibilità offerte dal POR Campania FESR 2007-2013 : altre riguardano la Sostenibilità ambientale ed attrattività culturale e turistica (Asse 4), l'Energia (Asse 3), la Società dell'Informazione (Asse 5).
Spetta ora a voi cittadini offrirci la possibilità di lavorare su questi temi e dare vita ad una fase progettuale all'altezza degli obiettivi che ci poniamo.
Per questo è necessario VOTARE NUOVA SAN GIORGIO e SCRIVERE ELVIRA SANTANIELLO!
domenica 24 aprile 2011
Contro i familismi e i compromessi
Molto frequentemente ci troviamo a dibattere di quanto la politica sia clientelare e siamo in tanti ad auspicare una moralizzazione della politica a tutti i livelli.
Tuttavia, altrettanto spesso, non ci rendiamo conto che non si potrà mai avere una moralizzazione se non comprendiamo che alcune patologie della politica sono determinate proprio da noi cittadini.
Esaminiamo nel dettaglio una situazione tipo:
un candidato a Consigliere, a Sindaco, a Presidente di Provincia o di Regione, a Parlamentare, si muove sul territorio per chiedere voti; i cittadini interpellati promettono che lo voteranno ma non sulla base di una sua riconosciuta integrità morale o delle potenzialità che potrà esprimere in caso d’elezione bensì semplicemente basandosi sul fatto che l’aspirante politico riesce a promettere soluzioni ad una serie di problemi irrisolti di natura personalistica (dalla richiesta di un lavoro all’approvazione di progetti impossibili, a questioni che non hanno trovato risposte attraverso i canali normali, perché “orfane” dell’intervento politico amico che tutto può, etc.).
Ne consegue che l’aspirante politico, s’impegna a realizzare dei sogni, pur sapendo che non potrà mantenere l’impegno, in quanto molto spesso tale impegno si colloca al di là della propria sfera di competenza, perché magari diventerà Parlamentare, ma non sarà né il Capo dell’Ufficio del Lavoro, né l’Ingegnere Capo del Comune.
Verosimilmente, fungerà da tramite con alcuni personaggi, i quali, a loro volta, chiederanno favori d’altra natura.
Il clientelismo in politica non è nato ieri, né tanto meno caratterizza solo partiti di alcune aree, ma appartiene a tutti gli schieramenti, con la sola differenza che alcuni, ne hanno potuto fare un uso più spropositato, perché più dotati economicamente, più attrezzati in reti d’amicizia o in una situazione di maggiore gestione del potere.
Se ciascuno di noi fuggisse questa vecchia, consolidata logica nell’attribuzione del proprio voto, allora sicuramente il cittadino sarebbe più libero di reclamare i propri diritti e di condannare, senza condizionamenti di sorta, l’eventuale comportamento corrotto o incapace del politico e costui non avrebbe più titoli per richiedere il consenso alla permanenza “nel mare magnum” della casta.
La politica, certamente va moralizzata, ma noi cittadini, è opportuno che comprendiamo la necessità di togliere ai politici o presunti tali alcuni “vizietti”.
IO NON VOGLIO COMPROMESSI E FAMILISMI!
Tuttavia, altrettanto spesso, non ci rendiamo conto che non si potrà mai avere una moralizzazione se non comprendiamo che alcune patologie della politica sono determinate proprio da noi cittadini.
Esaminiamo nel dettaglio una situazione tipo:
un candidato a Consigliere, a Sindaco, a Presidente di Provincia o di Regione, a Parlamentare, si muove sul territorio per chiedere voti; i cittadini interpellati promettono che lo voteranno ma non sulla base di una sua riconosciuta integrità morale o delle potenzialità che potrà esprimere in caso d’elezione bensì semplicemente basandosi sul fatto che l’aspirante politico riesce a promettere soluzioni ad una serie di problemi irrisolti di natura personalistica (dalla richiesta di un lavoro all’approvazione di progetti impossibili, a questioni che non hanno trovato risposte attraverso i canali normali, perché “orfane” dell’intervento politico amico che tutto può, etc.).
Ne consegue che l’aspirante politico, s’impegna a realizzare dei sogni, pur sapendo che non potrà mantenere l’impegno, in quanto molto spesso tale impegno si colloca al di là della propria sfera di competenza, perché magari diventerà Parlamentare, ma non sarà né il Capo dell’Ufficio del Lavoro, né l’Ingegnere Capo del Comune.
Verosimilmente, fungerà da tramite con alcuni personaggi, i quali, a loro volta, chiederanno favori d’altra natura.
Il clientelismo in politica non è nato ieri, né tanto meno caratterizza solo partiti di alcune aree, ma appartiene a tutti gli schieramenti, con la sola differenza che alcuni, ne hanno potuto fare un uso più spropositato, perché più dotati economicamente, più attrezzati in reti d’amicizia o in una situazione di maggiore gestione del potere.
Se ciascuno di noi fuggisse questa vecchia, consolidata logica nell’attribuzione del proprio voto, allora sicuramente il cittadino sarebbe più libero di reclamare i propri diritti e di condannare, senza condizionamenti di sorta, l’eventuale comportamento corrotto o incapace del politico e costui non avrebbe più titoli per richiedere il consenso alla permanenza “nel mare magnum” della casta.
La politica, certamente va moralizzata, ma noi cittadini, è opportuno che comprendiamo la necessità di togliere ai politici o presunti tali alcuni “vizietti”.
IO NON VOGLIO COMPROMESSI E FAMILISMI!
Buona Pasqua!
Oggi, nell'uovo di Pasqua, i Sangiorgesi troveranno solo tanta monnezza in più da pagare, visto che è dalle tasse comunali che si prendono i soldi per pulire la città dai manifesti elettorali, dai santini e dai volantini che la stanno già sommergendo!!!
I buoni propositi dei politici rimarranno sempre e solo sogni e ai cittadini rimarranno la monnezza e le tasse!!!
Meno male, però, che c'è una San Giorgio libera, slegata dalle catene delle famiglie dominanti, ricca di idee e piena di voglia di cambiare...questa San Giorgio libera non usa manifesti, non mette volantini nelle cassette postali, non contravviene alla legge con le affissioni abusive o sui balconi delle case e soprattutto non costringe i propri concittadini a pagare la monnezza che non hanno prodotto!!!
Con l'augurio che anche tu possa contribuire a far crescere questa San Giorgio libera, Buona Pasqua!!!
I buoni propositi dei politici rimarranno sempre e solo sogni e ai cittadini rimarranno la monnezza e le tasse!!!
Meno male, però, che c'è una San Giorgio libera, slegata dalle catene delle famiglie dominanti, ricca di idee e piena di voglia di cambiare...questa San Giorgio libera non usa manifesti, non mette volantini nelle cassette postali, non contravviene alla legge con le affissioni abusive o sui balconi delle case e soprattutto non costringe i propri concittadini a pagare la monnezza che non hanno prodotto!!!
Con l'augurio che anche tu possa contribuire a far crescere questa San Giorgio libera, Buona Pasqua!!!
giovedì 21 aprile 2011
Un esempio da seguire in tema di manifesti elettorali
Durante le campagne elettorali, le nostre città vengono sommerse dai manifesti dei candidati e delle liste, manifesti che, dopo le elezioni, rimangono mesi e mesi in bella mostra sui muri fino quando non si trasformano in tonnellate di immondizia non bio degradabile, con danno per le tasche dei cittadini, che quella monnezza devono contribuire a smaltire in maniera economica attraverso la TARSU, nonché per l'ambiente e per la qualità della vita delle città.
Un esempio su questo tema, ottimo e meritevole di citazione in maniera assolutamente bipartizan, lo ha dato una volta tanto un napoletano, Riccardo Di Salvo, candidato alla I Municipalità in quota PdL, il quale ha realizzato manifesti elettorali in carta totalmente riciclabile e ha evitato a Napoli di dover smaltire 5 tonnellate di rifiuti non bio-degradabili.
Un bellissimo gesto ed un bellissimo esempio per una città così martoriata dalla monnezza!!!
Pensate che, se tutti i 9 mila candidati avessero adottato tutti questa scelta, si sarebbero evitati circa 166 camion di carta non bio-degradabile!!!
Accogliamo questo messaggio anche a San Giorgio del Sannio: facciamo una campagna elettorale porta a porta, facciamo vedere ai cittadini le nostre facce di persona, dal vivo, negli incontri zonali e nei comizi, non sui muri!!!
Un esempio su questo tema, ottimo e meritevole di citazione in maniera assolutamente bipartizan, lo ha dato una volta tanto un napoletano, Riccardo Di Salvo, candidato alla I Municipalità in quota PdL, il quale ha realizzato manifesti elettorali in carta totalmente riciclabile e ha evitato a Napoli di dover smaltire 5 tonnellate di rifiuti non bio-degradabili.
Un bellissimo gesto ed un bellissimo esempio per una città così martoriata dalla monnezza!!!
Pensate che, se tutti i 9 mila candidati avessero adottato tutti questa scelta, si sarebbero evitati circa 166 camion di carta non bio-degradabile!!!
Accogliamo questo messaggio anche a San Giorgio del Sannio: facciamo una campagna elettorale porta a porta, facciamo vedere ai cittadini le nostre facce di persona, dal vivo, negli incontri zonali e nei comizi, non sui muri!!!
Lo strano messaggio che ho ricevuto oggi
Oggi una persona mi ha scritto quanto segue:
LASCIO A CHI LEGGE LE CONCLUSIONI.
"ma tu vuoi veramente fare opposizione o vuoi solo scherzare? Io sono quello che si è fatto un culo così e poi alla fine non è riuscito a fare una lista unica purtroppo ..se proprio lo vuoi sapere ho una rabbia in corpo che scasserei tutto...per questi ci vuole solo uno disposto a fare il pazzo...tu hai bevuto quello che ti hanno raccontato come al solito... io sono in grado di dimostrarlo ( sarebbe, cioè, in grado di dimostrare che è falsa la mia ipoesi secondo la quale fare una lista unica di opposizione signifivava mettere insieme in massima parte persone fino ad ora sempre funzionali alla maggioranza per meri interessi personali) con le carte alla mano ..tu non credo...( e al mio invito a farmele vedere queste carte)questo mai ...solo sei sei dei nostri...
LASCIO A CHI LEGGE LE CONCLUSIONI.
mercoledì 20 aprile 2011
Un punto fondamentale del programma di Nuova San Giorgio e del mio impegno personale: la QUALITA' DELLA VITA
Il terzo dei quattro punti cardine del programma amministrativo per San Giorgio del Sannio redatto e proposto agli elettori dalla Lista Civica Nuova San Giorgio è la QUALITA' DELLA VITA (gli altri tre sono: trasparenza amministrativa, sviluppo e socialità)
Qualità della vita significa affrontare il tema ambientale con elevato senso di responsabilità in virtù dell’incidenza che ogni nostra azione attuata implica nei confronti del nostro habitat, sviluppare progetti atti a salvaguardare l’ambiente per noi stessi, per le nostre famiglie ma soprattutto per le generazioni future.
Qualità della vita significa anche creare le condizioni affinchè San Giorgio del Sannio entri a far parte dell'Associazione dei “Comuni Virtuosi".
Cominciamo a ragionare sull'argomento, cominciamo a predisporci come singoli cittadini e come aspiranti amministratori di questo territorio affinchè San Giorgio del Sannio avvii politiche (azioni, iniziative, progetti caratterizzati da concretezza ed una verificabile diminuzione dell’impronta ecologica) di sensibilizzazione e di sostegno alle “buone pratiche locali” in tema di:
gestione del territorio (Opzione cementificazione zero, recupero aree dismesse, progettazione partecipata, bioedilizia, ecc.);
impronta ecologica della “macchina comunale” (efficienza energetica, acquisti verdi, mense biologiche, ecc.);
rifiuti (raccolta differenziata porta a porta spinta, progetti per la riduzione dei rifiuti e riuso);
mobilità sostenibile (car-sharing, car-pooling, traporto pubblico integrato, piedibus, biocombustibili, ecc.);
nuovi stili di vita (progetti per stimolare nella cittadinanza scelte quotidiane sobrie e sostenibili, quali: filiera corta, disimballo dei territori, diffusione commercio equo e solidale, autoproduzione, finanza etica, ecc.).
Il mio impegno è sostenere questo tipo di progettualità e arrivare a parecipare al Premio nazionale dei Comuni a 5 stelle per l'anno 2012.
Qualità della vita significa affrontare il tema ambientale con elevato senso di responsabilità in virtù dell’incidenza che ogni nostra azione attuata implica nei confronti del nostro habitat, sviluppare progetti atti a salvaguardare l’ambiente per noi stessi, per le nostre famiglie ma soprattutto per le generazioni future.
Qualità della vita significa anche creare le condizioni affinchè San Giorgio del Sannio entri a far parte dell'Associazione dei “Comuni Virtuosi".
Cominciamo a ragionare sull'argomento, cominciamo a predisporci come singoli cittadini e come aspiranti amministratori di questo territorio affinchè San Giorgio del Sannio avvii politiche (azioni, iniziative, progetti caratterizzati da concretezza ed una verificabile diminuzione dell’impronta ecologica) di sensibilizzazione e di sostegno alle “buone pratiche locali” in tema di:
gestione del territorio (Opzione cementificazione zero, recupero aree dismesse, progettazione partecipata, bioedilizia, ecc.);
impronta ecologica della “macchina comunale” (efficienza energetica, acquisti verdi, mense biologiche, ecc.);
rifiuti (raccolta differenziata porta a porta spinta, progetti per la riduzione dei rifiuti e riuso);
mobilità sostenibile (car-sharing, car-pooling, traporto pubblico integrato, piedibus, biocombustibili, ecc.);
nuovi stili di vita (progetti per stimolare nella cittadinanza scelte quotidiane sobrie e sostenibili, quali: filiera corta, disimballo dei territori, diffusione commercio equo e solidale, autoproduzione, finanza etica, ecc.).
Il mio impegno è sostenere questo tipo di progettualità e arrivare a parecipare al Premio nazionale dei Comuni a 5 stelle per l'anno 2012.
martedì 19 aprile 2011
Tu sporchi, io non ti voto!
Le elezioni si vincono anche rimanendo fedeli ai propri principi e convinzioni!!!
Io ho scelto di non utilizzare manifesti e non utilizzare collaboratori e distributori di materiale elettorale pagati in nero.
La legalità e la trasparenza non si predicano ma si applicano in prima persona. ANCHE LA FORMA E' SOSTANZA!!!
Rete Rose Rosse Campania sostiene ed appoggia la campagna "Tu sporchi io non ti voto" contro le affissioni abusive di BCR Magazine e BMagazine.
Il Presidio di Legalità e Giustizia comincerà ad inviare segnalazioni anche da San Giorgio del Sannio a partire da oggi...
Io ho scelto di non utilizzare manifesti e non utilizzare collaboratori e distributori di materiale elettorale pagati in nero.
La legalità e la trasparenza non si predicano ma si applicano in prima persona. ANCHE LA FORMA E' SOSTANZA!!!
Rete Rose Rosse Campania sostiene ed appoggia la campagna "Tu sporchi io non ti voto" contro le affissioni abusive di BCR Magazine e BMagazine.
Il Presidio di Legalità e Giustizia comincerà ad inviare segnalazioni anche da San Giorgio del Sannio a partire da oggi...
lunedì 18 aprile 2011
Cominciamo a parlare di donne
Qualche mese fa, durante la manifestazione "Se non ora quando" che, anche a Benevento come in centinaia di piazze in Italia, ha radunato tantssime donne, si è espressa una indignazione diffusa per un sistema politico, economico e sociale che non consente alla donna di esprimere in toto e di realizzare compiutamente tutto il suo valore.
In particolare, in quella sede, emerse con grande forza dagli interventi di Anna Maria Mollica, Danila De Lucia e mio, il concetto che per sconfiggere questo modo di pensare e di fare che è tutto al maschile, sia ormai non più solo necessario ma indispensabile impegnarci tutti, uomini e donne, perché sempre maggiore sia la presenza delle donne nei luoghi dove si decide, nei luoghi della politica e dell’economia soprattutto, luoghi in cui la cultura maschilista trova la sua massima espressione.
Il corpo delle donne, dunque, così tanto bistrattato e reso oggetto, deve, e deve farlo ora più che mai, diventare corpo elettorale, difendendo con le unghie e coi denti non le quote rosa ma piuttosto quella che io definisco democrazia duale cioè la democrazia fondata sulla consapevolezza dell'esistenza dei due generi come pre-condizione dell'uguaglianza e fondamento di una democrazia compiuta.
E' necessario, quindi, alle soglie delle elezioni amministrative di maggio, non farci scappare l’opportunità che la competizione elettorale ci offre ed impegnarci tutti, uomini e donne per mettere in pratica una democrazia realmente compiuta e partecipata.
Il mio impegno come donna e come candidata, dunque, è quello di sostenere la presenza delle donne nella Pubblica Amministrazione e di contribuire , attraverso un impegno individuale e collettivo, a valorizzare il ruolo della donna nella comunità sociale e politica.
Il mio impegno è concreto, perchè da anni, mi impegno personalmente e attraverso Rete Rose Rosse Campania, a parlare di donne alle donne e agli uomini...il mio impegno è una sfida, la sfida delle donne che credono nel cambiamento!
In particolare, in quella sede, emerse con grande forza dagli interventi di Anna Maria Mollica, Danila De Lucia e mio, il concetto che per sconfiggere questo modo di pensare e di fare che è tutto al maschile, sia ormai non più solo necessario ma indispensabile impegnarci tutti, uomini e donne, perché sempre maggiore sia la presenza delle donne nei luoghi dove si decide, nei luoghi della politica e dell’economia soprattutto, luoghi in cui la cultura maschilista trova la sua massima espressione.
Il corpo delle donne, dunque, così tanto bistrattato e reso oggetto, deve, e deve farlo ora più che mai, diventare corpo elettorale, difendendo con le unghie e coi denti non le quote rosa ma piuttosto quella che io definisco democrazia duale cioè la democrazia fondata sulla consapevolezza dell'esistenza dei due generi come pre-condizione dell'uguaglianza e fondamento di una democrazia compiuta.
E' necessario, quindi, alle soglie delle elezioni amministrative di maggio, non farci scappare l’opportunità che la competizione elettorale ci offre ed impegnarci tutti, uomini e donne per mettere in pratica una democrazia realmente compiuta e partecipata.
Il mio impegno come donna e come candidata, dunque, è quello di sostenere la presenza delle donne nella Pubblica Amministrazione e di contribuire , attraverso un impegno individuale e collettivo, a valorizzare il ruolo della donna nella comunità sociale e politica.
Il mio impegno è concreto, perchè da anni, mi impegno personalmente e attraverso Rete Rose Rosse Campania, a parlare di donne alle donne e agli uomini...il mio impegno è una sfida, la sfida delle donne che credono nel cambiamento!
domenica 17 aprile 2011
sabato 16 aprile 2011
Possiamo vivere con la testa girata all’indietro oppure possiamo accettare la sfida e creare una San Giorgio nuova!!!
Gentili amici e concittadini,
ho accettato di candidarmi alle prossime elezioni amministrative per il rinnovo del Consiglio Comunale di San Giorgio del Sannio con la Lista Civica Nuova San Giorgio.
E l’ho deciso senza esitazioni, senza tentennamenti!
In questo nostro paese, la classe politica che ha amministrato per dieci anni, e che si candida, apparentemente rinnovata, ad amministrare anche per il prossimo quinquennio, ha decisamente fatto il suo tempo e il suo tempo l’ha fatto anche una gran parte dell’opposizione, anch’essa fautrice di un presunto cambiamento ma in realtà sempre e da sempre funzionale alla maggioranza.
“Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi” scriveva ne “Il Gattopardo” Tomasi di Lampedusa parlando di quei baroni siciliani che, improvvisamente garibaldini e savoiardi dopo essere stati convinti borbonici, nella sostanza rimanevano immutabili nella gestione dei loro interessi.
Dopo 151 anni, questo gattopardismo è diventato, sia a livello nazionale che locale, prassi di governo e opposizione, l’uno compenetrato nell’altra, in un gioco dove il banco vince sempre e a perdere sono sempre i cittadini.
L’una parte dice all’altra di vergognarsi per non aver governato bene, dall’altra quelli rispondono che a vergognarsi dovrebbero essere loro nel fare affermazioni false… entrambe le parti, però, non si vergognano affatto dei familismi, dei favori, degli accomodamenti, insomma del malaffare, con cui viene amministrata la cosa pubblica.
Cosa possiamo fare noi, amici e concittadini, per liberare il nostro paese da questo falso cambiamento che ci viene presentato come novità ma che, in realtà, ha il solo scopo di non perdere poteri e privilegi antichi?
Possiamo vivere con la testa girata all’indietro, facendo finta di non vedere cosa ci accade intorno, oppure possiamo accettare la sfida e creare una San Giorgio nuova!!!
Ci sono persone che non hanno accettato compromessi e messaggi di unità pur di battere a suon di voti l’attuale maggioranza….
Ci sono persone che non hanno accettato in lista candidati portatori di un gran consenso ma gattopardi anch’essi…
Questo è un seme di speranza da piantare e far crescere per la rinascita di San Giorgio del Sannio!!!
Certo è una sfida molto complessa, è una sfida piena, irta di ostacoli, di contrasti… è una sfida verso un sogno, è la sfida dell’incoscienza, perché solo chi osa può veramente puntare al cambiamento, quello sostanziale e non di facciata, solo chi è audace e temerario può andare veramente oltre le abitudini e le consuetudini radicate del conservatorismo.
Io l’ho accettata, senza esitazioni e senza tentennamenti…e voi?
ho accettato di candidarmi alle prossime elezioni amministrative per il rinnovo del Consiglio Comunale di San Giorgio del Sannio con la Lista Civica Nuova San Giorgio.
E l’ho deciso senza esitazioni, senza tentennamenti!
In questo nostro paese, la classe politica che ha amministrato per dieci anni, e che si candida, apparentemente rinnovata, ad amministrare anche per il prossimo quinquennio, ha decisamente fatto il suo tempo e il suo tempo l’ha fatto anche una gran parte dell’opposizione, anch’essa fautrice di un presunto cambiamento ma in realtà sempre e da sempre funzionale alla maggioranza.
“Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi” scriveva ne “Il Gattopardo” Tomasi di Lampedusa parlando di quei baroni siciliani che, improvvisamente garibaldini e savoiardi dopo essere stati convinti borbonici, nella sostanza rimanevano immutabili nella gestione dei loro interessi.
Dopo 151 anni, questo gattopardismo è diventato, sia a livello nazionale che locale, prassi di governo e opposizione, l’uno compenetrato nell’altra, in un gioco dove il banco vince sempre e a perdere sono sempre i cittadini.
L’una parte dice all’altra di vergognarsi per non aver governato bene, dall’altra quelli rispondono che a vergognarsi dovrebbero essere loro nel fare affermazioni false… entrambe le parti, però, non si vergognano affatto dei familismi, dei favori, degli accomodamenti, insomma del malaffare, con cui viene amministrata la cosa pubblica.
Cosa possiamo fare noi, amici e concittadini, per liberare il nostro paese da questo falso cambiamento che ci viene presentato come novità ma che, in realtà, ha il solo scopo di non perdere poteri e privilegi antichi?
Possiamo vivere con la testa girata all’indietro, facendo finta di non vedere cosa ci accade intorno, oppure possiamo accettare la sfida e creare una San Giorgio nuova!!!
Ci sono persone che non hanno accettato compromessi e messaggi di unità pur di battere a suon di voti l’attuale maggioranza….
Ci sono persone che non hanno accettato in lista candidati portatori di un gran consenso ma gattopardi anch’essi…
Questo è un seme di speranza da piantare e far crescere per la rinascita di San Giorgio del Sannio!!!
Certo è una sfida molto complessa, è una sfida piena, irta di ostacoli, di contrasti… è una sfida verso un sogno, è la sfida dell’incoscienza, perché solo chi osa può veramente puntare al cambiamento, quello sostanziale e non di facciata, solo chi è audace e temerario può andare veramente oltre le abitudini e le consuetudini radicate del conservatorismo.
Io l’ho accettata, senza esitazioni e senza tentennamenti…e voi?
Conferenza stampa di presentazione della Lista Civica "Nuova San Giorgio"
Domani DOMENICA 17 APRILE alle ore 12 presso la sede del comitato elettorale sito in Viale Spinelli (nei pressi del Bar "Al Cilindro Nero"), si terrà la CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE della LISTA CIVICA NUOVA SAN GIORGIO.
QUI il video relativo alla presentazione e l'intervista al candidato Sindaco Giovino Crapenella realizzata da NTR24
venerdì 15 aprile 2011
Sangiorgesi, voi lo sapete chi è Carmine Cannavozza???
Una scena significativa...
da "Mimi' metallurgico ferito nell'onore" (1972, scritto e diretto da Lina Wertmüller)
da "Mimi' metallurgico ferito nell'onore" (1972, scritto e diretto da Lina Wertmüller)
mercoledì 13 aprile 2011
Cambiare la via vecchia per la nuova...ovvero audentes fortuna iuvat!
E’ molto facile parlare di cambiamento…molto più difficile realizzare, concretizzare il cambiamento…
Cambiare significa mutare, trasformare, modificare una cosa o una situazione, ma questo mutamento può realizzarsi sia sostituendo una cosa con un’altra dello stesso genere (ad es. cambiare casa o cambiare idea) sia sostituendo la medesima cosa con un’altra diversa, per cui la modifica è sostanziale (ad es. la pioggia che si cambia in grandine).
Eppure, il primo caso è di facilissima realizzazione, cambiare, invece, una cosa o una situazione o un’abitudine o la vita stessa con un’altra cosa, un’altra abitudine, un’altra situazione, un’altra vita mette sempre un po’ di paura.
C’è un famoso proverbio, espressione di saggezza popolare, che recita: “Chi lascia la via vecchia per la nuova sa quello che lascia ma non sa quello che trova” e non c’è dubbio che se si intraprende una nuova strada non si può sapere con certezza a che cosa si vada incontro.
Tuttavia, la soluzione che questo proverbio sembra consigliare – quella di non abbandonare mai le vecchie strade - se venisse messa sempre in pratica, impedirebbe ogni progresso, ogni evoluzione, ogni trasformazione. Lo stesso Cristoforo Colombo, ad es., se si fosse fatto prendere dalla paura del nuovo, non si sarebbe mai mosso alla ricerca di una nuova strada per le Indie e non avrebbe mai scoperto quello che non si aspettava di scoprire, ovvero l’America!
Malgrado Colombo, però, malgrado i grandi inventori e i grandi scienziati, la paura della strada nuova esiste eccome!
La “paura del cambiamento” è essenzialmente la paura di uscire dall’area di “comfort” in cui ci sentiamo protetti e che comprende spazi conosciuti, familiari e amici, consuetudini. Pensiamo che sia più semplice e comodo compiere sempre le stesse azioni, vedere sempre le stesse persone e ignoriamo che quando usciamo dalla zona protetta, e quindi dall’abitudine, acquistiamo conoscenze, maturiamo e cambiamo in meglio, cresce la nostra autostima, i nostri orizzonti si allargano.
Ecco, quindi, che il primo passo verso il cambiamento vero sta nel rompere le abitudini e i vecchi schemi.
Molte delle nostre abitudini quotidiane, però, sono inconsapevoli: facciamo spesso gli stessi gesti, percorriamo le stesse strade, andiamo nello stesso bar ma non ce ne accorgiamo. Basterebbe che cambiassimo strada, che cambiassimo bar, che prendessimo il the invece del caffè…sarebbe sicuramente un utile esercizio per imparare a creare situazioni nuove nelle quali trovarsi a proprio agio ed allargare la nostra zona di comfort.
La cosa importante da fare è, dunque, imparare a cambiare, altrimenti il senso della protezione e del comfort può diventare una catena e rallentare se non addirittura impedire un vero e proprio cambiamento.
L’abitudine al cambiamento, quindi, determina una maggiore ampiezza del nostro focus rispetto alla visuale della nostra vita e ci permette di imparare ad affrontare facilmente anche i cambiamenti più consistenti, anziché procrastinare per pigrizia o per paura.
Inoltre se “osiamo” cambiare scopriremo che molti dei cambiamenti che ci spaventano in realtà sono molto più semplici di ciò che si immagina.
Ognuno di noi desidera nell'arco della vita raggiungere quegli obiettivi che ritiene desiderabili: l'autonomia finanziaria, una compagna/o per la vita, un figlio, una casa confortevole ed accogliente, ecc. Ma quanti di noi sono disponibili a fare i mutamenti interiori necessari per realizzare tutto ciò? Ognuno di questi obiettivi comporta inevitabilmente un cambiamento: significa abbandonare vecchie abitudini, modi di pensare obsoleti, significa morire a vecchie modalità di relazione per passare ad una nuova vita.
Ognuno di questi obiettivi rappresenta una trasformazione profonda: rappresenta una morte ed una rinascita.
Quando nel corso della vita di una persona, un determinato passaggio evolutivo è maturo, è pronto per essere oltrepassato, l'individuo deve attraversare una trasformazione profonda, a volte dolorosa: una morte. Tutti vogliamo crescere ed evolverci, ma chi di noi , pur di raggiungere lo scopo, accetta volentieri di morire? Ecco perché nella nostra psiche insorge un conflitto: crescere o non crescere?
Tutto questo è valido per il singolo individuo ma lo è altrettanto per una comunità e per la comunità sangiorgese in particolare.
Quella sangiorgese è una comunità conservatrice che teme il cambiamento, è una comunità avversa ad ogni progetto utopistico e ad ogni cambiamento radicale con una passione a tratti incomprensibile per la conservazione.
E, paradossalmente, spesso anche coloro i quali invocano il nuovo si lasciano sedurre dalla convinzione che la ricerca del benessere individuale e sociale stia nella continuità con il passato e non nel nuovo.
Dunque, non ci sono solo delle forze esterne al cambiamento che lo impediscono. E’ al proprio interno che il cambiamento trova le maggiori opposizioni.
Scriveva l’economista britannico Keynes: “la difficoltà non sta nel credere alle nuove idee ma nel rifuggire dalle vecchie” e a San Giorgio le cose stanno proprio così.
Per questo motivo, risulta naturale domandarsi se la comunità sangiorgese abbia coscienza per iniziare ad interrogarsi sulla necessità di cambiamento, se abbia la volontà di farlo oppure se continuerà ad invocare il nuovo ma delegando la responsabilità del cambiamento senza parteciparvi, nella consapevolezza che l’esitazione o la mera delega impedirà il nascere del nuovo.
Una società svogliata e appiattita su se stessa è una società che non vuole cambiare, che tende a perdere ogni orizzonte valoriale, la propria moralità, la sua libertà.
Tuttavia, è necessario piantare un seme di speranza da curare e far crescere: innanzitutto, rinnegando il falso cambiamento, quello presentato come novità ma al solo scopo di non perdere poteri e privilegi antichi, rinnegando quella San Giorgio gattopardesca che cerca sempre di riciclarsi sotto nuove spoglie per continuare a favorire ed a conservare se stessa il cui motto è “cambiare tutto per non cambiare niente”. E soprattutto ricomponendo e forze più sane, vive e dinamiche presenti nel nostro tessuto sociale, perché solo se le energie migliori di San Giorgio riusciranno a trovare una comune prospettiva per valorizzare e rendere collettive singole esperienze, impegno, idee, voglia di fare, San Giorgio avrà una speranza di futuro!
Se la società, fatta da individui, non può essere cambiata come corpo unico nel suo insieme ma soltanto partendo e lavorando sul cambiamento di ogni individuo, infatti, solo una genuina e convinta spinta collettiva potrà dare la forza ed il coraggio ai singoli di sentirsi collettività, di ergersi a massa critica e rifuggire le cause dei mali di questa comunità, maturando la coscienza del nuovo e del cambiamento.
Per cambiare San Giorgio, dunque, è necessario liberare San Giorgio!
E’ una sfida molto complessa, è una sfida piena, irta di ostacoli, di contrasti magari anche con i nostri stessi compagni di viaggio, animati sì da buoni propositi ma ancora non totalmente liberi dai condizionamenti…è una sfida verso un sogno, è la sfida dell’incoscienza, perché solo chi osa può veramente puntare al cambiamento, quello sostanziale e non di facciata, solo chi è audace e temerario può andare veramente oltre le abitudini e le consuetudini radicate del conservatorismo.
Nell’Eneide (libro X, 284), Virgilio, nel descrivere l’esortazione di Turno re dei Rutuli ad attaccare Enea suo avversario, scrive “Audentes fortuna iuvat”, il fato è dalla parte di coloro che osano e sanno prendere gli opportuni rischi... da allora ne è corsa di acqua sotto i ponti, ma il motto virgiliano è quanto mai vivo, attuale ed idoneo a rappresentare lo stato d’animo mio, e spero non solo mio, alle soglie dell’agone elettorale sangiorgese.
Cambiare significa mutare, trasformare, modificare una cosa o una situazione, ma questo mutamento può realizzarsi sia sostituendo una cosa con un’altra dello stesso genere (ad es. cambiare casa o cambiare idea) sia sostituendo la medesima cosa con un’altra diversa, per cui la modifica è sostanziale (ad es. la pioggia che si cambia in grandine).
Eppure, il primo caso è di facilissima realizzazione, cambiare, invece, una cosa o una situazione o un’abitudine o la vita stessa con un’altra cosa, un’altra abitudine, un’altra situazione, un’altra vita mette sempre un po’ di paura.
C’è un famoso proverbio, espressione di saggezza popolare, che recita: “Chi lascia la via vecchia per la nuova sa quello che lascia ma non sa quello che trova” e non c’è dubbio che se si intraprende una nuova strada non si può sapere con certezza a che cosa si vada incontro.
Tuttavia, la soluzione che questo proverbio sembra consigliare – quella di non abbandonare mai le vecchie strade - se venisse messa sempre in pratica, impedirebbe ogni progresso, ogni evoluzione, ogni trasformazione. Lo stesso Cristoforo Colombo, ad es., se si fosse fatto prendere dalla paura del nuovo, non si sarebbe mai mosso alla ricerca di una nuova strada per le Indie e non avrebbe mai scoperto quello che non si aspettava di scoprire, ovvero l’America!
Malgrado Colombo, però, malgrado i grandi inventori e i grandi scienziati, la paura della strada nuova esiste eccome!
La “paura del cambiamento” è essenzialmente la paura di uscire dall’area di “comfort” in cui ci sentiamo protetti e che comprende spazi conosciuti, familiari e amici, consuetudini. Pensiamo che sia più semplice e comodo compiere sempre le stesse azioni, vedere sempre le stesse persone e ignoriamo che quando usciamo dalla zona protetta, e quindi dall’abitudine, acquistiamo conoscenze, maturiamo e cambiamo in meglio, cresce la nostra autostima, i nostri orizzonti si allargano.
Ecco, quindi, che il primo passo verso il cambiamento vero sta nel rompere le abitudini e i vecchi schemi.
Molte delle nostre abitudini quotidiane, però, sono inconsapevoli: facciamo spesso gli stessi gesti, percorriamo le stesse strade, andiamo nello stesso bar ma non ce ne accorgiamo. Basterebbe che cambiassimo strada, che cambiassimo bar, che prendessimo il the invece del caffè…sarebbe sicuramente un utile esercizio per imparare a creare situazioni nuove nelle quali trovarsi a proprio agio ed allargare la nostra zona di comfort.
La cosa importante da fare è, dunque, imparare a cambiare, altrimenti il senso della protezione e del comfort può diventare una catena e rallentare se non addirittura impedire un vero e proprio cambiamento.
L’abitudine al cambiamento, quindi, determina una maggiore ampiezza del nostro focus rispetto alla visuale della nostra vita e ci permette di imparare ad affrontare facilmente anche i cambiamenti più consistenti, anziché procrastinare per pigrizia o per paura.
Inoltre se “osiamo” cambiare scopriremo che molti dei cambiamenti che ci spaventano in realtà sono molto più semplici di ciò che si immagina.
Ognuno di noi desidera nell'arco della vita raggiungere quegli obiettivi che ritiene desiderabili: l'autonomia finanziaria, una compagna/o per la vita, un figlio, una casa confortevole ed accogliente, ecc. Ma quanti di noi sono disponibili a fare i mutamenti interiori necessari per realizzare tutto ciò? Ognuno di questi obiettivi comporta inevitabilmente un cambiamento: significa abbandonare vecchie abitudini, modi di pensare obsoleti, significa morire a vecchie modalità di relazione per passare ad una nuova vita.
Ognuno di questi obiettivi rappresenta una trasformazione profonda: rappresenta una morte ed una rinascita.
Quando nel corso della vita di una persona, un determinato passaggio evolutivo è maturo, è pronto per essere oltrepassato, l'individuo deve attraversare una trasformazione profonda, a volte dolorosa: una morte. Tutti vogliamo crescere ed evolverci, ma chi di noi , pur di raggiungere lo scopo, accetta volentieri di morire? Ecco perché nella nostra psiche insorge un conflitto: crescere o non crescere?
Tutto questo è valido per il singolo individuo ma lo è altrettanto per una comunità e per la comunità sangiorgese in particolare.
Quella sangiorgese è una comunità conservatrice che teme il cambiamento, è una comunità avversa ad ogni progetto utopistico e ad ogni cambiamento radicale con una passione a tratti incomprensibile per la conservazione.
E, paradossalmente, spesso anche coloro i quali invocano il nuovo si lasciano sedurre dalla convinzione che la ricerca del benessere individuale e sociale stia nella continuità con il passato e non nel nuovo.
Dunque, non ci sono solo delle forze esterne al cambiamento che lo impediscono. E’ al proprio interno che il cambiamento trova le maggiori opposizioni.
Scriveva l’economista britannico Keynes: “la difficoltà non sta nel credere alle nuove idee ma nel rifuggire dalle vecchie” e a San Giorgio le cose stanno proprio così.
Per questo motivo, risulta naturale domandarsi se la comunità sangiorgese abbia coscienza per iniziare ad interrogarsi sulla necessità di cambiamento, se abbia la volontà di farlo oppure se continuerà ad invocare il nuovo ma delegando la responsabilità del cambiamento senza parteciparvi, nella consapevolezza che l’esitazione o la mera delega impedirà il nascere del nuovo.
Una società svogliata e appiattita su se stessa è una società che non vuole cambiare, che tende a perdere ogni orizzonte valoriale, la propria moralità, la sua libertà.
Tuttavia, è necessario piantare un seme di speranza da curare e far crescere: innanzitutto, rinnegando il falso cambiamento, quello presentato come novità ma al solo scopo di non perdere poteri e privilegi antichi, rinnegando quella San Giorgio gattopardesca che cerca sempre di riciclarsi sotto nuove spoglie per continuare a favorire ed a conservare se stessa il cui motto è “cambiare tutto per non cambiare niente”. E soprattutto ricomponendo e forze più sane, vive e dinamiche presenti nel nostro tessuto sociale, perché solo se le energie migliori di San Giorgio riusciranno a trovare una comune prospettiva per valorizzare e rendere collettive singole esperienze, impegno, idee, voglia di fare, San Giorgio avrà una speranza di futuro!
Se la società, fatta da individui, non può essere cambiata come corpo unico nel suo insieme ma soltanto partendo e lavorando sul cambiamento di ogni individuo, infatti, solo una genuina e convinta spinta collettiva potrà dare la forza ed il coraggio ai singoli di sentirsi collettività, di ergersi a massa critica e rifuggire le cause dei mali di questa comunità, maturando la coscienza del nuovo e del cambiamento.
Per cambiare San Giorgio, dunque, è necessario liberare San Giorgio!
E’ una sfida molto complessa, è una sfida piena, irta di ostacoli, di contrasti magari anche con i nostri stessi compagni di viaggio, animati sì da buoni propositi ma ancora non totalmente liberi dai condizionamenti…è una sfida verso un sogno, è la sfida dell’incoscienza, perché solo chi osa può veramente puntare al cambiamento, quello sostanziale e non di facciata, solo chi è audace e temerario può andare veramente oltre le abitudini e le consuetudini radicate del conservatorismo.
Nell’Eneide (libro X, 284), Virgilio, nel descrivere l’esortazione di Turno re dei Rutuli ad attaccare Enea suo avversario, scrive “Audentes fortuna iuvat”, il fato è dalla parte di coloro che osano e sanno prendere gli opportuni rischi... da allora ne è corsa di acqua sotto i ponti, ma il motto virgiliano è quanto mai vivo, attuale ed idoneo a rappresentare lo stato d’animo mio, e spero non solo mio, alle soglie dell’agone elettorale sangiorgese.
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