venerdì 6 maggio 2011

Il mio intervento al Comizo nel quartiere S.Agnese ( o meglio quello che non ho detto al comizio di S. Agnese)

[Stasera a nel quartiere di S. Agnese ho messo l'accento solo sull'ultima parte dell'intervento che avevo pensato di fare...tutta la parte iniziale l'ho, volutamente, omessa ed ho dato risalto, invece, ritenendolo più necessario nell'economia dl rapporto tra noi candidati ed il quartiere, la parte finale, che ho evidenziato in neretto.]

Stasera vorrei parlarvi della necessità, anche in un paese piccolo come San Giorgio del Sannio, di una politica amministrativa di qualità. Qualità nell’amministrazione significa, innanzitutto, per chi aspira a diventare amministratore della cosa pubblica mettere a disposizione della comunità le proprie competenze, significa mettere se stesso a servizio della comunità.

Allora mi chiedo e vi chiedo, chiedo a voi che vivete in un quartiere che ha un gran bisogno di interventi pubblici per migliorare la vita dei tanti ragazzi che abitano qui, chiedo a voi che vivete in un grande quartiere popolare il cui bisogno principale è quello del contatto continuo e costante con l’amministrazione comunale al fine di individuare le necessità impellenti e trovare le più adeguate soluzione ai problemi, a tutti voi rivolgo questa domanda: se l’amministratore deve mettersi al servizio della comunità, come può farlo colui che durante un comizio pubblico alla richiesta di provvedere alla costruzione di una palestra pubblica a disposizione dei cittadini risponde: “se volete la palestra ve la dovete pagare???”

Signori miei, questa è la sconfitta della politica e se questo modo di fare continuerà ad essere sostenuto dai cittadini, siamo veramente destinati al baratro!

Vi voglio fare un altro esempio, vi parlo di una cosa che è capitata a me personalmente qualche giorno fa. C’è qualche sostenitore di una lista nostra avversaria che va sostenendo in giro per San Giorgio la tesi secondo la quale io non avrei il phisic du role per fare politica, che non sono adatta perché ho poco charme, e addirittura c’è qualcuno, sempre sostenitore di una lista nostra avversaria, che si stupisce di come su Facebook ci siano numerose persone che hanno pubblicamente dichiarato il loro sostegno nei miei confronti.

Ma stiamo scherzando? Non sono bastate le escort di Berlusconi a far capire alle persone che non è con le teste vuote e le tette siliconate che si fa la buona politica?

Signori miei l’intelligenza, la cultura, l’onestà intellettuale non si compra al supermercato o al centro estetico, l’onestà intellettuale è una dotazione di serie e non un optional!!!

Con mia grande soddisfazione posso dire che di cervello ne ho più che a sufficienza e la mia intelligenza è tale da avermi guidata nella scelta di mettere a disposizione della comunità la mia onestà morale ed intellettuale e le mie competenze insieme alla squadra della lista e del Laboratorio Civico Nuova San Giorgio.

Detto questo voglio rivolgervi un invito, un invito ad un’ulteriore importante riflessione sulla necessità per San Giorgio del Sannio di pretendere una volta per tutte amministratori e politici di qualità abbandonando una volta e per sempre vecchie logiche di imposizioni tramandate di padre in figlio in maniera feudale.
Sicuramente molti di voi avranno visto il film di Francesco Rosi LE MANI SULLA CITTA’.

Già il titolo è emblematico, le mani sulla città, il potere di qualcuno che avvinghia una città intera.

Chi lo ha già visto ricorderà sicuramente che all’inizio del film appare sullo schermo una didascalia che recita “I personaggi e i fatti sono immaginari, ma autentica è la realtà che li produce” . Questa didascalia dice un po’ tutto e ci fa capire quanto sia profonda la riflessione che sta alla base di questo film, una riflessione amara sulla corruzione e sulla speculazione edilizia che hanno contribuito a cambiare la storia di Napoli.

La città di cui si parla nel film è Napoli ma senza problemi potrebbe essere San Giorgio del Sannio.

E proprio perché ci sono delle evidentissime analogie tra quello che accade nel film e la nostra cittadina vi consiglio di vederlo prima delle elezioni perché alla fine del film si può facilmente capire quanto è necessario cambiare il modo di vivere il rapporto tra politica e città, tra politica e cittadini e possono emergere in voi, nei vostri cuori e nelle vostre menti numerosi spunti di riflessione rispetto al voto che andremo ad esprimere il 15 e 16 maggio.

Tra questi spunti vorrei sottolineare quelli che ritengo più interessanti ed importanti e soprattutto vicini alla nostra realtà sangiorgese.

All'inizio un uomo guarda il paesaggio, indica i palazzi sullo sfondo e dice ai suoi collaboratori che la città si sta muovendo verso una data direzione, che è quella stabilita dal piano regolatore. Loro sono su un terreno ad uso agricolo, e l'idea è quella di comprare la terra, cambiare il piano regolatore per deviare la crescita della città su tale terreno e costruirvi, guadagnando con il cambio di destinazione d'uso 70 volte tanto la spesa.

Questa è la prima grande analogia: nel film troviamo un consigliere comunale che contemporaneamente fa l’amministratore e il costruttore edile, a San Giorgio invece, siamo di fronte ad un PUC che è continuamente manovrato, distorto, adeguato alla bisogna del momento ed è continuamente disatteso proprio da chi ha contribuito alla sua realizzazione e che è, anche lui come nel film, simbolo di un evidente e purtroppo incontestato conflitto di interessi, amministratore comunale e geometra insieme. E cos’altro possiamo verificare qui a San Giorgio? Un PUC che trasforma a seconda del bisogno terreni agricoli in edificabili e viceversa a seconda del favore che bisogna fare o che bisogna ricevere e che, come nel caso della speculazione edilizia presentata nel film, cambia in peggio il volto della città, rendendola un ammasso informe di cemento e non per reali esigenze abitative del paese bensì solo ed esclusivamente per rispondere a personalissimi fini economici e personali!

Un’altra grande analogia: il familismo. Nel film il costruttore edile che diventerà poi assessore all’edilizia ha la diretta complicità nel suo operare malavitoso del figlio, che lavora all'ufficio comunale per le opere pubbliche, e di diversi colleghi corrotti. Qua a San Giorgio la cricca del malaffare si avvale della fattiva collaborazione di alcuni personaggi autorevoli che, innanzitutto, reggono i fili di qualsiasi situazione relativa alla gestione economica del Comune, che fanno raccomandazioni a destra e a manca, che consentono illegalità di ogni genere purché queste illegalità servano a cementare i rapporti e a consolidare il consenso…e non parlo di cose di poco conto, ma posso fare degli esempi precisi e dettagliati: dalla ferita dolorosa e soprattutto ancora aperta dell’incendio del Capannone Barletta con le intercettazioni che documentano la politica del malaffare che coinvolge amministratori ed imprenditori, fino all’indagine del Garante sulla trasparenza amministrativa che ha smascherato la gara d’appalto per il depuratore risultata tutt’altro che chiara e trasparente, per non parlare dei favoritismi praticati nei confronti delle sempre solite imprese che lavorano nell’edilizia e nei lavori che si eseguono per conto del comune fino ad arrivare alle consulenze esterne per le quali si ricorre sempre agli stessi soliti professionisti. E durante le campagne elettorali, poi, questo familismo viene applicato ai massimi livelli: il suocero che sponsorizza il genero, i padri, medici, che telefonano a tutti gli assistiti per suggerire il nome del proprio figlio, il marito, addetto stampa del Comune, che fa mettere nella lista del vicesindaco uscente ed ora candidato sindaco, sua moglie.

Potremmo andare avanti per ore: A San Giorgio come nel film di Rosi possiamo cogliere come il nostro paese negli ultimi anni non è più stato nelle nostre mani, nella mani di noi cittadini bensì è stato vittima degli interessi personali di politici affamati di soldi e di potere e di spregiudicati speculatori , speculatori non solo nel campo dell’edilizia ma anche dell’economia e dell’imprenditoria locale.

Quando la politica e l’amministrazione di un paese è basata su questi canoni, signori miei, non si può più parlare di democrazia, quando l’amministrazione di un paese si basa su una maggioranza contrattata sulla base degli interessi economici, e questo è assolutamente il caso d San Giorgio del Sannio, questa amministrazione perde di vista la sua natura rivolta al bene comune per trasformarsi in un’oligarchia che insabbia legalità e morale politica.

Dunque, amici e concittadini, appena potete, prima del 15 e 16 maggio, guardatevelo questo film, pensateci un po’ su…San Giorgio non è poi così lontana dalla Napoli descritta nel film!!!

C’è una possibilità di riscossa, però, che nel film non è prevista ma che noi cittadini, invece, e fortunatamente abbiamo: se abbiamo ricevuto delle pressioni, e sicuramente ne abbiamo ricevute, se abbiamo ricevuto delle velate minacce, se ci siamo fatti convincere almeno un po’ dalle favolette che qualcuno ci ha ben raccontato, dalle promesse, dalle sirene ammaliatrici, ricordiamoci sempre che se entreremo nel meccanismo del 99% di persone che si lasciano trasportare dall’omologazione ad un pensiero distorto non cambieremo mai le cose!!!Le cambieremo, invece, se entreremo a far parte di quell’1% che non si fa abbindolare, che non si fa convincere dalle promesse di un futuro facile, di un lavoro facile, di un iter facile per le nostre pratiche amministrative, di una licenza facile, di un condono facile!!!

Voglio concludere questo mio intervento, con una ulteriore riflessione:

io ho sempre creduto nei buoni esempi e ci credo ancora e faccio di tutto per essere un buon esempio per i miei figli innanzitutto, un esempio di onestà intellettuale, morale e personale soprattutto. Ci sono uomini che sono stati esempi cardine della mia giovinezza, e ancora lo sono, per la loro visione in chiave etica e morale della politica e della vita civile, della legalità e della giustizia.

Queste uomini si chiamavano Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che sono stati uccisi proprio per la loro ferrea lotta alla corruzione e al malaffare. Ma ci fu un altro uomo che ha continuato la loro opera, instancabilmente, per anni dopo il 1992, iniziando un lunghissimo viaggio per le scuole e le piazze d’Italia per raccontare ai giovani chi fossero Falcone e Borsellino. Quest’uomo è il giudice Antonino Caponnetto, che ho avuto la fortuna di incontrare quando ero una ragazzina proprio in un incontro di piazza. Caponnetto donò a noi ragazzi una stupenda esortazione che io stasera voglio regalare e a tutti voi, nella speranza che abbia sui vostri cuori e sulle vostre menti l’effetto positivo che ha avuto su di me: “Rifiutate i compromessi. Siate intransigenti sui valori. Convincete chi sbaglia. Rifiutate il metodo del “saperci fare”, questo vezzo italiano della furbizia. Non chiedete mai favori o raccomandazioni. La Costituzione e le leggi vi accordano dei diritti, seppiateli esigere. Chiedeteli, esigeteli con fermezza, con dignità, senza piegare la schiena, senza abbassarvi al più forte, al più potente, al politico di turno. Dovete esigerli! Questo è un imperativo che deve sorreggere tutta la vostra vita. Abbiate sempre rispetto della vostra dignità e difendetela. E votate in modo consapevole, quando sarà il vostro momento. Votate in modo consapevole, non per ottenerne dei vantaggi, e tanto meno per fare dei favori o per ricambiare dei favori”.

Nessun commento:

Posta un commento